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Documenti borbonici e capriole neoborboniche

È nozione comune tra gli storici che nulla vi sia di più inedito di ciò che è stato già edito: essendo la quantità di fonti messe a stampa spesso di tale mole da finire per nascondere, anziché svelare, i documenti pubblicati, o almeno parte di essi.

Proprio la lettura di uno di questi documenti mette a tacere in modo incontrovertibile le insinuazioni diffuse centosessanta anni fa dalla pubblicistica legittimista e clericale, e riprese in tempi recenti dal chiacchiericcio neoborbonico, circa la pretesa corruzione dei comandanti delle truppe napoletane operanti nell’isola per favorire l’azione delle truppe in camicia rossa e delle squadre dei picciotti.

È noto infatti che Francesco II ordinò che il luogotenente generale Francesco Lanza, i marescialli di campo Giovanni Salzano, Ignazio Cataldo, Pasquale Marra, i brigadieri generali Giuseppe letizia e Francesco Landi ed alcuni altri, partiti da Palermo alla volta di Napoli dopo la conclusione dell’armistizio con Garibaldi, fossero confinati nell’isola di Ischia e sottoposti al giudizio di una apposita Commissione composta dai generali Francesco Saverio Del Carretto, Pietro Vial e Francesco Casella al fine di valutarne la condotta1.

Ciò che accadde dopo è narrato confusamente e in diverse versioni a seconda del sito neoborbonico consultato. Ne riporto due tra molte, estratte dai due siti indicati il giorno 19-6-2021:

fernandoriccardi.it: Fatto sta che in seguito una commissione militare dispose per il generale [Landi] la degradazione e la collocazione a riposo. Fu poi rinchiuso nel carcere di Ischia in attesa di un processo che con il crollo del regno di Francesco II non venne mai celebrato.

Sito di Angelo Forgione: Landi […] fu accusato di tradimento dallo stesso Re Francesco II e confinato sull’isola d’Ischia; non a torto perché poi un anno più tardi, l’ex generale di brigata dell’esercito borbonico e poi generale di corpo d’armata dell’esercito sabaudo in pensione, si presenta al Banco di Napoli per incassare una polizza di 14.000 ducati d’oro datagli dallo stesso Garibaldi ma scopre che sulla sua copia, palesemente falsificata, ci sono tre zeri di troppo. Landi, per questa delusione, è colpito da ictus e muore.

Dunque Landi viene – ci informano questi esperti di “vera storia” – non o rinchiuso in carcere ad Ischia o confinato nell’isola, dovrebbe essere processato ma il suo processo viene annullato per la caduta di Francesco II, «un anno più tardi» – cioè nell’estate 1861, si suppone – diventa generale di corpo d’armata dell’esercito sabaudo, vuole incassare «una polizza di 14.000 ducati d’oro», muore per colpa di tre zeri per un ictus in giugno o luglio.

E ora andiamo per ordine. Il 27 luglio 1860, regnante Francesco II, viene emanato l’ordine del Ministro della Guerra n. 209. Il documento ricorda che in giugno per ordine sovrano «i generali e gli uffiziali superiori di Stato maggiore reduci da Palermo» erano stati spediti in Ischia con l’ordine di trasmettere al Ministero «una relazione esatta di tutte le operazioni di guerra eseguite in Sicilia nei recenti fatti di quella isola»; aggiunge che il compito di giudicare quegli ufficiali era stato affidato ad una commissione composta di tre tenenti generali, che erano Pietro Vial, fedelissimo del sovrano, Francesco Saverio del Carretto, l’autore della repressione della rivolta del Cilento, e Francesco Casella, futuro presidente del consiglio a Gaeta; infine così l’ordine conclude:

«E la commissione suddetta con rapporto a me diretto manifestava che la contraria sorte toccata alle nostre armi nelle ultime vicende di Sicilia, dovesse nella maggior parte ripetersi da una serie di circostanze eccezionali, e non mai per volontà deliberata o per poco zelo dei militari di qualunque classe si fossero», facendo dunque «fede che niuno fu colpevole di cattiva volontà o di poco zelo». Di conseguenza si era deliberato di richiamare tutti quegli ufficiali in Napoli per richiamarli man mano «in attività di servizio». Il richiamo era seguito in data 20 luglio avendo «la Maestà Sua» approvato quella decisione2.

È insomma un documento ufficiale del governo borbonico a dimostrare che non vi fu alcuna accusa specifica a carico del Landi, che una commissione appositamente costituita valutò il suo operato come quello degli altri ufficiali che avevano operato in Sicilia non trovandovi elementi sospetti, che fu richiamato in Napoli il 20 giugno 1860. E tutto questo con esplicita approvazione di Francesco II ancora sul suo trono.

Aggiungo che Landi aveva il grado di «brigadiere generale» e non di generale di brigata, che si ritirò dall’esercito appena rientrato nella capitale, che mai chiese o gli venne chiesto di far parte dell’esercito «sabaudo», che il ducato napoletano era in argento e non in oro, che falsificare una fede di credito – non una «polizza» – aggiungendovi degli zeri era impossibile, che Landi morì di pleurite il 2 febbraio 1861 e dunque non poteva ri-morire mesi dopo.

Insomma per smentire le capriole neoborboniche bastano talvolta addirittura i documenti dei borbonici veri.

1 «Gazzetta del Popolo», n. 177, 27-6-1860.

2 Il documento è pubblicato in «Il Generale Pasquale Marra. Documenti, e fatti di arme», s.d., s.l., pp. 11-12. Il Marra, anch’egli sottoposto al giudizio della commissione, fu dopo il rientro a Napoli reintegrato e posto al comando di una divisione.

4 pensieri riguardo “Documenti borbonici e capriole neoborboniche

  • Carlo Saffioti

    Queste preziose informazioni andrebbero inviate ai media e agli amministratori locali. L’ignoranza diffusa sul Risorgimento permette che venga dato credito alla propaganda neoborbonica

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    • Augusto Marinelli

      Ringrazio Carlo Saffioti per il suo giudizio. Personalmente ho scelto di diffondere attraverso siti attendibili come questo che mi ospita alcune informazioni essenziali sperando che possano diffondersi adeguatamente.
      P.S. Ho saputo che taluno mi confonde con il mio omonimo ex rettore dell’Università di Firenze. In realtà facciamo due mestieri diversi.

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  • Franco Romagnoli

    Ho conosciuto da poco il vostro sito e ho imparato ad apprezzarlo.
    Sono appassionato di storia e vi ringrazio per le interessanti informazioni che fornite e che contribuiscono a smentire tante delle bufale che circolano.

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