Bufale

In questa sezione troverete degli articoli che svolgono un lavoro di fact checking di alcune tesi storiche sul regno delle due Sicilie e sui Borboni.

BufaleSocietà

La mafia dalla realtà al neosuddismo

Che “post hoc ergo propter hoc” sia una fallacia logica, lo si impara alla scuola media. Ma ciò che vale nel mondo reale non vale nel fantastico mondo neo-borbonico, neosuddista, neoqualcosa: e dunque, la parola “mafia” si diffonde dopo l’unità d’Italia grazie alla commedia di Giuseppe Rizzotto e Gaspare Mosca, I mafiusi di la Vicaria, 1862-1863 (nella quale peraltro compare solo l’aggettivo, ma non il sostantivo)? Ne consegue che la mafia l’hanno fatta nascere Garibaldi, Cavour, il nuovo Regno. Gli archivi restituiscono ovviamente una realtà diversa, come si vedrà subito: ma questo per i tifosi della “vera storia” conta poco.

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BufaleEconomia

Una bufala per il riso

Circola da anni – e la si può ancora trovare oggi 28 aprile 2023 ad esempio nel blog “Terroni” – l’accusa al Regno d’Italia, anzi ai “Savoia” che a quanto pare nel regno facevano tutto personalmente, di aver proibito nel 1861 la coltivazione del riso in Sicilia ovviamente al fine di proteggere la produzione del “Nord”. Chiedere ai suoi propalatori quale norma di legge abbia introdotto questo divieto è inutile: le fonti alle quali si è rimandati sono vari e vaghi riferimenti giornalistici. Si tratta – ma nessuno se ne stupirà – dell’ennesima fandonia per creduloni.

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Bufale

La scuola “revisionista”

Proprio nella scuola, dove dovrebbero operare insegnanti profondi conoscitori della propria materia, capaci di suscitare spirito critico e di fornire efficaci strumenti di contrasto alla diffusione delle false notizie che costituiscono una delle maggiori insidie per la democrazia, si trovano talvolta “revisionisti” – non chiamateli neoborbonici, per carità – che spargono, ci si augura in buonafede, errori marchiani ed estremismi rancorosi sulla storia del periodo risorgimentale.

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BufaleCavour

L’Italia francese di Pino Aprile

La nascita di un nuovo stato è in genere occasione solenne, da organizzare con momenti istituzionali e documenti fondativi non privi di una certa retorica celebrativa. Invece la nascita del Regno d’Italia avvenne – ci svela Pino Aprile tra gli applausi del suo pubblico in un dotto articolo su “Libre” del 22-11-2019 – con una buffa scena da vaudeville. In “quel giorno” infatti – non si dice “quale” giorno ma chi bada a questi dettagli? – nell’aula del parlamento di Torino «veniva annunciata l’Unità d’Italia con queste parole: “Le Royaume d’Italie est aujourd’hui un fait. Le Roi, notre auguste Souverain, prend lui-meme et pour ses succeseurs le titre de Roi d’Italie. Vive l’Italie!”. Gli dissero: Camillo, almeno dillo in italiano». L’annuncio dunque lo fece Camillo di Cavour in persona e naturalmente in francese perché il poveretto non parlava l’italiano, tanto che «dovette studiarlo»: quando non si sa, perché il dibattito parlamentare è del febbraio-marzo 1861 e, come è noto, il conte morì il 6 giugno, appena tre mesi dopo quella “proclamazione” che avvenne con la promulgazione il 17 marzo 1861 della legge n. 4671.

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BufaleMazzini

Mazzini? In Borbonia era musulmano

Sapevate che Mazzini era un terrorista sanguinario, disposto a compiere qualunque crimine pur di raggiungere i suoi scopi, naturalmente ignobili? No? Bene, a informarvene provvide il buon Giacinto De Sivo, lo storico del regno borbonico talmente fazioso che perfino Francesco II, che pure lo aveva nominato nel maggio 1863 componente della “Commissione per la stampa” per diffondere la propaganda legittimista, fu costretto a prenderne le distanze.

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