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Come ti impelliccio i Mille

Nella propaganda neoborbonica torna di quando in quando la domanda: ma voi sapete chi erano nella «vera storia» i Mille? Ora, sui componenti la spedizione garibaldina furono espressi già dai contemporanei giudizi contrastanti da personaggi di vario orientamento politico, poiché sappiamo che, al di là delle rappresentazioni oleografiche dell’agiografia risorgimentale in azione negli anni immediatamente successivi all’unificazione, lo scontro tra diversi gruppi e culture fu, nella storia di quello che chiamiamo “Risorgimento”, assai aspro. Ma il giudizio più sorprendente fu scoperto da una storica contemporanea, la professoressa Angela Pellicciari (L’altro Risorgimento. Una guerra di religione dimenticata, Casale Monferrato, Piemme, 2000, p. 232) che garantiva trattarsi di un intervento di Garibaldi in persona nel Parlamento di Torino il 5 dicembre 1861: «Tutti generalmente di origine pessima e per lo più ladra; e tranne poche eccezioni con radici genealogiche nel letamaio della violenza e del delitto». Dunque per Garibaldi i suoi uomini erano in gran parte avanzi di galera.

Il fatto era clamoroso, tanto che ci si è chiesti quali altre gravi affermazioni contenesse quel discorso garibaldino, a chi si riferissero e se ne è cercato il testo integrale nei resoconti parlamentari.

Bene, è emerso subito un primo fatto. Forse Garibaldi era a Torino il 5 dicembre 1861; ma non era a palazzo Carignano e di certo non vi pronunciò nessun discorso. E non ne aveva pronunciati neanche il 4 o il 3, neppure il 6 e tanto meno il 15. Il 25 va scartato per ovvie ragioni. Ora la Pellicciari poteva essersi sbagliata nell’indicare il giorno preciso, la circostanza nella quale Garibaldi aveva parlato: ma di certo da qualche parte quelle parole il generale doveva averle dette. Confesso che non c’è voluto molto a risalire alla fonte: e quelle frasi sono proprio di Garibaldi, solo che nella pagina dalla quale sono estratte (G. Garibaldi, I Mille, Torino, Tip. e Lit. Camilla e Bertolero, 1874, p. 59) si parla non delle «Camicie rosse» ma del rapporto tra governanti e governati, delle oligarchie che si inse-diano ai vertici dello stato qualunque sia la sua forma, e di come chi esercita il potere se ne serva non a favore ma contro gli interessi dei cittadini. Al posto delle parole «I governanti» scritte da Garibaldi si sono sostituite le parole «I Mille» con un’operazione che si potrebbe definire abbastanza disonesta, creando e diffondendo un falso. Quel falso è passato in un gran numero di libri ed è diventato ormai in certi ambienti luogo comune: eppure è un’adulterazione abbastanza grossolana e facile da svelare.

Dunque a pensar male dei Mille non era Garibaldi ma la professoressa Pellicciari con il corteo dei neoborbonici che hanno ricopiato la frase senza mai preoccuparsi di controllare se fosse vera o falsa, e se non stessero facendo una figura barbina. Ma temo che questa sia l’ultima delle preoccupazioni degli appartenenti a una certa “cultura”.

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