Giuseppe Garibaldi

Una forca sgangherata per il Generale

La propaganda filoborbonica non si pone davvero alcun limite nella propria campagna diffamatoria nei confronti dei maggiori protagonisti del processo risorgimentale. Garibaldi è tra i bersagli preferiti di questa offensiva e contro di lui si spargono pertanto falsità senza alcun ritegno. Sul “Quotidiano di Gela”, giornale online di quella cittadina, il 18 settembre 2022 appare uno sgangherato articolo – come potrà scoprire un lettore che voglia addentrarsi per tre passi in un delirio – che, oltre a massacrare la grammatica italiana oltre ogni limite, ci informa che Garibaldi, che l’autore definisce “l’eroe dei due monti” giusto per offrire l’ennesima prova della propria cultura, sarebbe stato un “negriero” che “acquistava schiavi indiani per venderli in America” e coi i guadagni di questo mercato avrebbe acquistato “una buona parte dell’isola di Sardegna” (le citazioni sono testuali). L’enormità di queste affermazioni peraltro introduce ad una nuova “scoperta” delle turpitudini garibaldine. Il generale, eletto nel 1874 in un collegio di Roma, “una volta al parlamento Italiano aveva proposto di deviare il fiume Tevere per sommergere la città del vaticano con tutte le sue opere d’arte e distruggere così qualsiasi ricordo della civiltà cristiana di Roma”. Da dove sortisca una simile, grottesca allucinazione, è ben noto. Proprio in quanto deputato di Roma Garibaldi si fece promotore di un grande progetto che difendesse Roma dalle alluvioni che la devastavano periodicamente con l’esecuzione di radicali lavori per il Tevere a monte, nell’ interno e a valle della città, comprendenti la deviazione dell’alveo urbano del fiume, e prevedesse, in conseguenza, la bonifica dell’agro romano con il risultato di creare nuovi e utili posti di lavoro dei quali si avvertiva un grande bisogno. Il progetto, osteggiato per ragioni finanziarie dal governo della Destra e da buona parte della classe dirigente, rimase nel limbo delle buone intenzioni malgrado gli sforzi del Generale per trovare finanziatori anche sul piano internazionale. Chi volesse leggere i progetti garibaldini li troverà in Edizione nazionale delle opere di Giuseppe Garibaldi. Scritti e discorsi politici, vol. III, Cappelli, Bologna 1937, pp. 161 e ss. Come sia possibile trasformare questa iniziativa di grande intelligenza politica, di elevato rilievo sociale, di previdente cura del territorio in quella farneticante accusa di velleità distruttive del centro della capitale che ho trascritto all’inizio non richiede l’esame di uno storico ma l’indagine di specialisti in altri campi dell’umano sapere.

Un pensiero su “Una forca sgangherata per il Generale

  • Carlo Saffioti

    I neoborbonici non hanno limiti .Per altro hanno sperimentato che più incredibili sono ke sparate è più vengono diffuse e credute , nel deserto di cultura Risorgimentale diffuso ovunque. E’ perciò necessario smascherare sempre ke liro volgari menzogne . Spero che il suo intervento venga pubblicato da quel giornsle.! Un cordiale saluto. Carlo Saffioti

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